Posted On Luglio 26, 2017 In Criminalistica With 1718 Views

Le Scienze e la ricerca della verità

di Nicolina (Nikka) Mastrangelo

Le scienze sulla scena del crimine: varie sono le scienze che possono essere impiegate nello studio e nell’analisi delle tracce e dei resti, quindi utili alle indagini.

Il fulcro, il punto di partenza di tutte le operazioni che porteranno alla ricostruzione dei fatti e la ricerca della prove, e quindi della verità, è sicuramente la scena in cui è avvenuto un fatto, un crimine, che può essere omicidio, suicidio, violenza, occultamento di un cadavere. L’importanza di congelare, di immortalare, quanto più tempestivamente possibile, lo scenario che ci si presenza, è primaria. Ma altrettanto primaria e indispensabile è la necessità di riconoscere il linguaggio con cui un luogo ci parla e per cui decodificare quel linguaggio. Gli interpeti di ciascun linguaggio sono essenzialmente delle figure specializzate ed esperte, in grado di captare e tradurre ciò che la scena ci dice nello specifico. Varietà di scenari vuol dire varietà di competenze in grado di cogliere le diverse fonti di prova (ambiente, cadavere, tracce).

Per cui, su una “scena di un fatto reato” saranno richieste (nei vari interventi di sopralluogo) diverse competenze specifiche, a seconda dell’ambiente, delle circostanze e della natura delle tracce.

 

Medicina, biologia e ecologia:

La figura del medico legale è la prima ad intervenire là dove c’è un ferimento, una violenza o il ritrovamento di un cadavere. La vittima è prima di tutto un paziente e le cure sanitarie, qualora necessarie non possono per nessun motivo essere ritardate o non eseguite.

 

Nello specifico il medico legale è colui che ha possibilità di ispezionare  un corpo (sopralluogo medico-legale), la principale fonte di informazione su una scena in cui si è consumato un crimine, e di farlo nell’immediatezza. Ciò consente l’acquisizione di dati tanatologici e patologici e quindi, la preliminare valutazione dell’epoca della morte, della causa e dei mezzi che l’hanno provocata; la ricerca di tracce, materiale biologico e segni labili, che potrebbero essere persi con lo spostamento (la posizione del cadavere può aiutare a ricostruire le eventuali relazioni esistenti tra la vittima e l’aggressore, così come l’arma utilizzata e la parte del corpo attinta) o il passare del tempo. Il medico legale agisce con rigore e metodo scientifico secondo procedure operative così da evitare contaminazioni che potranno interessare direttamente il cadavere o la vittima (rimozione degli indumenti, manipolazioni del corpo senza le necessarie protezioni, taglio degli indumenti in prossimità di lacerazioni prodotte da colpi di arma di fuoco o arma da punta e taglio, manipolazione/mancata protezione delle mani della vittima), determinando la perdita di importanti informazioni, nonché il trasferimento sulla scena del crimine di elementi estranei ad essa.

 

La natura delle tracce che potremmo trovare prevede, di per sé, l’intervento di scienziati nel campo delle scienze naturali, come il biologo, l’antropologo, il botanico e il palinologo, l’entomologo, lo zoologo, specialmente se si tiene presente che la maggior parte degli eventi criminosi si svolgono in ambienti non isolati con l’esterno o completamente all’aperto.

 

Ciascuna di questa figura detiene il sapere di determinate scienze.

 

Il biologo forense su una scena dove è avvenuto un evento è, essenzialmente, colui che detta i tempi e i modi  per la ricerca di materiale biologico riconducibile alle persone intervenute.

 

La biologia è una scienza molto vasta e complessa, sottintende lo studio di tutti gli essere viventi in tutte le sue composizioni e forme. Pensare alla biologia come un mondo circoscritto al materiale biologico relativo all’uomo (sangue, sudore, capelli, saliva, liquido seminale e vaginale) è un errore.

 

La figura del genetista (biologo specializzato) è oggi sicuramente la più nota e più carica di fascino e aspettative visti gli scenari che apre e risolve la genetica. Infatti, il DNA, oggetto di studio della genetica, e i “profili”, oggetto di studio del genetista forense, rappresentano oggi lo strumento di identificazione più importante e affidabile. Nella caratterizzazione genetica è da includere, la ormai reale, possibilità di individuare, non solo essere umani e diverse specie animali, ma anche microrganismi che popolano ogni superficie, luogo e habitat, compresi i cadaveri.

 

L’antropologia forense e la zoologia forense, hanno come oggetto di studio i resti umani e animali rispettivamente. La base della loro applicazione in ambito forense risiede nella discriminazione tra tracce lasciate dall’uomo e quelle di provenienze animale. Di supporto discipline come l’osteologia e l’odontologia permettono di discriminare, nello specifico, resti ossei e morsi, aiutando a identificare eventuali “autori non-umani”.

 

I reperti vegetali e fungini, e la loro associazione, sono facilmente reperibili sulla scena di un crimine: la botanica e la micologia forense, due branchie delle scienze naturali, sono utili a ricercare e analizzare tali resti al fine di ottenere informazioni ambientali, temporali e causali. Atri resti di competenza delle scienze naturali sono i pollini e i frutti oggetto di studio della palinologia e della carpologia forense. La palinologia studia i pollini, anche fossili e le spore, che rimangono invariati morfologicamente per molto tempo, possono essere trasportati facilmente da un ambiente ad un altro, per cui consentono la ricollocazione biogeografica delle persone e degli eventi. Oggetto di studio della carpologia forense sono i frutti e i loro semi, che al pari dei pollini, in base a analisi comparative, danno informazioni temporali e spaziali.

L’entomologo forense è un esperto di insetti, di larve, e della loro collocazione spazio temporale, in dipendenza delle condizioni climatiche e della disponibilità di approvvigionamenti. Lo studio è connesso con le capacità adattative delle diverse specie, che gli hanno permesso di  colonizzare e vivere in svariati ambienti, affermandosi tra i protagonisti degli eventi di decomposizione cadaverica e quindi determinanti nella collocazione temporale dell’epoca della morte.

 

A fianco alle scienze Biologiche e Naturali abbiamo le cosiddette Geoscienze, quindi gli studiosi dell’ambiente. Mentre la botanica, la micologia, la microbiologia, la biologia sono discipline che studiano le sostanze organiche, le forensic Geoscience indagano sulle restanti componenti e sulla correlazione tra le discipline naturali applicate al contesto forense. Si occupa quindi della ricerca e dell’analisi di depositi naturale (sedimenti, suolo, polveri)  e di artefatti prodotti dall’uomo (mattoni, calcestruzzo, ceramica, vetro, ecc.) parte integrante del sistema ambiente.

 

Oltre alle tracce “viventi” su una scena di un fatto vanno ricercate anche altri elementi, come le impronte digitali, bossoli o polvere da sparo (in caso di esplicito utilizzo di armi da fuoco), materiale chimico-tossicologico o informatico, di cui si occupano altre scienze, non riguardanti il mondo vivente e naturale.

 

La Dattiloscopia è una branca della criminalistica che ha avuto origine agli inizi del 900’ con l’introduzione del sistema di identificazione personale delle impronte papillari. Le tracce che il dattiloscopista cerca sono le creste e i solchi presenti sui polpastrelli, sul palmo della mano e sotto la pianta del piede che contraddistinguono in maniera univoca ciascun individuo. Le impronte digitali hanno un importanza particolare, al pari del DNA, poiché oltre alla caratteristica di univocità possiedono quella dell’immutabilità, ed insieme sottintendendo la certezza che non esistano due soggetti con impronte digitali uguali. Inoltre sono il primo sistema identificativo per cui è stato introdotto un sistema di classificazione e per il quale esiste una banca dati internazionale.

 

Le impronte si formano per reciproco scambio di materiale tra due superfici, di qualsiasi natura esse siano; la materia lasciata da un corpo sarà sudore, sebo, o materiale contaminante, ma a sua volta porterà su se tracce della superficie con cui è venuto a contatto. La varietà di superfici e la varietà di materiale rilasciabile, fa si che gli approcci per la rivelazione e asportazione delle impronte digitali siano vari.

 

La Balistica forense è diventata una materia molto importante in relazione al fatto che gran parte degli eventi delittuosi avvengono con l’impiego delle armi da fuoco. Da qui la necessità di uno specialista, il Balista Forense, possessore di una conoscenza che comprende il funzionamento dell’arma, l’identificazione di una cartuccia e di un proiettile, il rilievo forense della scena, la corretta acquisizione catalogazione ed interpretazione delle tracce e degli elementi presenti sulla scena, la balistica comparativa, l’analisi dei residui dello sparo. L’attività principe, che racchiude le varie specializzazioni della balistica forense è sicuramente la ricostruzione delle traiettorie di colpi di arma da fuoco (prevede l’applicazione di leggi fisiche), ovvero la ricostruzione della scena dell’incidente a partire dalle posizioni da cui sono stati sparati i colpi d’arma da fuoco.

 

Con il sempre maggiore utilizzo dell’informatica, in termini di device e reti internet o social network e pagine di condivisione, le tracce da ricercare possono essere anche “virtuali” . Infatti, i computer, le reti di computer, Internet, gli embedded system (cellulari, smatphone, iPod, IPad) e qualsiasi sistema di gestione automatica dei dati, ad oggi in uso, rappresentano una grande opportunità per le attività criminali e un’insostituibile fonte d’informazione utile alle indagini. La Digital Forensic è la disciplina che si occupa delle evidenze digitali, investiga sui cybercrime e allo stesso tempo ricerca quest’ultime come fonte di prova per l’accertamento di un crimine tradizionale. Non esiste una figura specifica o procedure operative comuni di identificazione, raccolta, acquisizione, e preservazione dei reperti informatici e virtuali, anche se i profili di delicatezza e problematicità delle indagini sui reperti virtuali ( immateriali, fragili, contaminabili) sono molteplici.

 

La bloodstain pattern analysis o BPA è la disciplina che si occupa dello studio delle macchie di sangue.

 

Essa si è affermata negli ultimi decenni in seguito alla maggior frequenza con cui si sono verificati crimini violenti. Oggetto di studio della BPA è quindi la perdita di sangue ed il successivo deposito, che a seconda della violenza, della posizione e dell’arma con cui si infligge un colpo, determina schizzi e macchie di varie forme e dimensioni. Lo studio dei parametri delle proiezioni di sangue (angolo di impatto, dimensione, forma, substrati) consentono di ricavare l’origine e l’azione che hanno provocato il sanguinamento, per cui informazioni utili alla ricostruzione della scena del crimine, delle dinamiche e delle persone presenti.

 

La tossicologia forense è la branca della farmacologia che si occupa dell’interazione farmaco/veleno/sostanze stupefacenti con gli organismi viventi a fini forensi. Scopo principale è quello di applicare le metodiche analitiche a campioni biologici (tessuti) al fine di determinare la relazione causa-effetto tra la presenza di un veleno, o altra sostanza di interesse tossicologico, e un danno alla salute o la morte di una persona. Alla base di queste discipline c’è la chimica che studia nello specifico la struttura e la relazione fisiologica delle molecole con le cellule, organi e tessuti e nello specifico la Chimica Forense che applica l’insieme delle conoscenze e dei metodi di analisi chimica, quali- e quanti-tativi all’investigazione, per l’analisi delle prove di ntura chimica, siano esse alcool, veleni, droghe,medicinali, esplosivi e polveri da sparo.

 

La grafologia forense è una disciplina scientifica che si occupa dell’individuazione della personalità grafica degli individui, caratteristica che si mantiene nel tempo e riflette fisiologicamente l’attività cerebrale connessa agli stati d’animo, consentendo per cui un’indagine psicologica.

 

Nello specifico si occupa di verificare l’autenticità o apocrifia di firme e sottoscrizioni; di identificare gli autori di lettere anonime; di esaminare la credibilità, la genuinità e la coerenza nei testamenti olografi (autentico, contraffatto, imitato); di esaminare la carta e gli inchiostri dei documenti, nonché di determinare la personalità criminale e recidivante.

 

La biometria, considerata una vera e propria scienza, misura parametri e caratteristiche proprie dell’individuo (variabili fisiologiche o comportamentali tipiche), e lo fa utilizzando metodi e rigore scientifico e attingendo continuamente dalla scienze biologiche e dalle suddette scienze, allo scopo di autenticare o identificare persone eventualmente coinvolte.

 

Esiste una distinzione per le tecniche biometriche, tra quelle basate sul riconoscimento di aspetti statici o fisiologici: riconoscimento della geometria della mano, delle impronte digitali, caratteristiche dell’iride e della retina, tratti somatici del volto; e tecniche basate sul riconoscimento biometrico di aspetti dinamici o comportamentali: caratteristiche della voce (fonica), apposizione della firma, andatura.

 

 

Bibliogragia

 

 

Bevel T., Gardner R.M. Bloodstain pattern analysis with an introduction to crime scene reconstruction, CRC Press, 2008;

Cattaneo C., Maldarella M., Crimini e Farfalle. Misteri svelati dalle scienze naturali, Raffaello Cortina Editore, Milano, 2006;

Mennell J., Shaw I., The Future of Forensic and Crime Scene Science, Forensic Science International 157S (2006) S7–S20;

Pizzola P.A., Buszka J.M., Marin N., Petraco N.D., De Forest P.R. Commentary on “3D bloodstain pattern analysis: ballistic reconstruction of the trajectories of blood drops and determination of the centres of origin of the bloodstains” by Buck et al. Forensic Sci Int. 2012 Jul 10;220(1-3):e39-40;

Simson L. Garfinkel K. Digital forensics research: The next 10 years. Digital Investigation, Volume 7, Supplement, August 2010, Pages S64-S73.

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